IENE di Paola
Ermini
Riassunto della presentazione: Il conte Ippolito tornò
dai suoi viaggi, dove ereditò i soldi del padre defunto.
Quindi si dedicò alla ristrutturazione del castello.
Inoltre intorno al grande parco, fece costruire unboschetto,
una chiesa e un camposanto, trascurando per un anno la vita
sociale senza farsi notare dalle fanciulle della città.
1° sequenza: Il conte, una mattina, ricevette la visita
di una baronessa. Si ricordò delle parole indignate del
padre riferite a quella donna, una sua lontana parente. A causa
di questa persona, che il padre aveva aborrito, il conte si
irritò, ma la invitò lo stesso ad entrare in casa
per il dovere dellospitalità. La baronessa, indignata
dal fatto che il padre del conte quandera ancora in vita,
non lavesse mai tenuta in considerazione, trasferitasi
grazie ad una somma di denaro decise lo stesso di visitarne
il figlio. Il conte rimase ancora più scosso quando vide
la figlia della baronessa.
2° sequenza: Il conte, alla vista di quella meravigliosa
creatura, si scusò con la baronessa di tutti i torti
che le aveva fatto il padre e la invitò a restare al
suo castello. Fece per salutare la baronessa e quando le strinse
la mano la sentì gelida, agghiacciante e un brivido lo
percorse per tutta la schiena. Sentimento diverso, quando prese
la mano della figlia Aurelia e la portò alle sue labbra.
La baronessa si risvegliò dalla sua crisi e accetto linvito
del conte, dimenticando tutti i torti.
3° sequenza: La vita del conte cambiò inevitabilmente.
La baronessa era sempre taciturna, pallida, seria, ma il conte
pensava che Aurelia sarebbe stata lunica in grado di farlo
felice. Così nonostante le premure dello zio, che lo
invitavano a lasciar perdere la baronessa e la figlia, il conte
chiese la mano della fanciulla, con la contententezza della
madre che sarebbe diventata ricca. Per il conte, ora, regnava
solo lamore.
4° sequenza: La mattina delle nozze però accadde
un fatto sconvolgente: trovarono la baronessa morta nel parco.
Pensarono fosse una delle sue solite crisi, ma non lo era. Aurelia
era impassibile, non versò neanche una lacrima, e decisero
ugualmente, poche settimane dopo, di celebrare il matrimonio.
Ippolito assegnò unanziana matrona ad Aurelia,
fino al giorno delle nozze, anche se, Aurelia, aveva delle crisi
improvvise, piangendo e implorando, come ad una forza invisibile,
di non trascinarla via.
5° sequenza: Solo dopo il matrimonio Aurelia sembrò
ristabilirsi. Ippolito voleva chiederle cosa avesse, ma non
voleva turbarla ulteriormente. Aurelia lo rassicurò,
spiegandogli i motivi: Aurelia odiava la madre, quindi Ippolito
pensò che in fin dei conti era una fortuna che la baronessa
fosse morta.
6° sequenza: Aurelia raccontò che da piccola una
mattina, senti un gran fracasso e la governante la portò
in una grande sala, dove al centro, cera suo padre morto.
Quindi la governante la portò in una casa, dove poco
dopo una donna non conosciuta da Aurelia andò a prenderla:
era sua madre. Verso i sedici anni, la baronessa incominciò
ad invitare a casa sua un uomo e il tenore di vita cambiò
in meglio. Aurelia, però, continuava sempre ad essere
isolata e nonostante i modi e laspetto affascinante delluomo
ella lo ripudiava mentre questi, aveva cominciato a lanciarle
delle occhiate. La baronessa poco dopo chiese ad Aurelia cosa
ne pensasse di quel barone ricchissimo e lei rispose dicendo
la verità. La madre la definì stupida e sciocca,
ma poi, cominciò a cambiare, regalandole vestiti e facendola
partecipare agli svaghi mentre quelluomo cercava di conquistarne
la fiducia e la fanciulla lo trovava disgustoso.
7° sequenza: Una sera luomo era ubriaco e strinse
a sé Aurelia che lo spinse via. La baronessa le spiegò
che il barone pagava tutto e aveva minacciato di andarsene se
Aurelia non avesse ceduto alle sue voglie e siccome la perfida
madre non voleva tornare nella miseria, le disse di cedere.
Aurelia provò con le suppliche, le lacrime, ma non ci
fù nulla da fare. Così una sera prese le chiavi
della sua casa e alcune cose e tentò di scappare, ma
la baronessa e il barone la videro. Luomo, imprecando
verso di lei cominciò a picchiarla con un grosso bastone.
La baronessa e Aurelia cominciarono a chiamare aiuto e il caso
volle che una pattuglia passasse di lì. Entrarono in
casa e prima che la baronessa dicesse il suo nome loro sapevano
già chi fosse: Urian. Lo portarono via nonostante egli
opponesse resistenza.
8° sequenza: Era passato un po di tempo quando un
giorno in strada si levò un gran brusio. La cameriera
accorse da Aurelia e le disse che stavano portando in penitenziario
il figlio del boia. La fanciulla andò alla finestra e
i suoi dubbi si avverarono: era quelluomo che, alla vista
di Aurelia levò il pugno alla finestra. Si dovette sedere
per non svenire. Intanto la baronessa continuava ad uscire di
casa mentre Aurelia conduceva una vita misera e triste. Inoltre,
la perfidia della madre era tanta che, dopo quel fatto volle
rimanere in città. Alla fine però, dovette allontanarsi
da quel luogo preoccupata perché si sentiva perseguitata
e arrivò al castello del conte con la figlia.
9° sequenza: Aurelia si sentì veramente felice di
essere uscita da una situazione così angosciante ma quando
lo confessò alla madre, questa cominciò a minacciarla
con tremende parole. La fanciulla pregò il conte di non
farle dire altro. La ragazza era in preda alle forze del male.
Il conte la rassicurò anche se poi dovette ammettere
in cuor suo di essere impaurito dalla minacce della baronessa
e che la sua vita, ora, non era più luminosa come se
laspettava.
10° sequenza: Poco tempo dopo Aurelia cominciò a
cambiare, si isolava, piangeva, il suo aspetto fisico prometteva
una malattia. Il conte stava per cadere nella disperazione quando
riuscì a salvarlo il parere di un famoso medico: tenuto
conto dellirritabilità della contessa solo una
gravidanza avrebbe salvato il matrimonio. La contessa però
non mangiava, provava disprezzo per tutto soprattutto per la
carne. Labilità del medico fallì e, né
le suppliche né altro riuscì a indurre Aurelia
a prendere una goccia di medicina. Intanto il tempo passava
e siccome Aurelia riusciva a restare in vita inspiegabilmente,
il medico ammise che cera qualcosa che andava oltre lumana
conoscenza.
11° sequenza: In quel periodo un servitore fedele rivelò
al conte che la contessa lasciava il castello ogni notte per
rientrare allalba. Il conte agghiacciato ripensò
che da qualche tempo verso mezzanotte lo prendeva un sonno innaturale,
dovuto certamente a qualche sonnifero somministratogli dalla
contessa, affinchè potesse lasciare il castello indisturbata.
Il conte pensò alla perfidia della baronessa, risvegliatasi
ora in Aurelia, a una relazione con il figlio del boia.
12° sequenza: La sera dopo il conte non bevve neanche una
goccia della tisana prepartagli dalla moglie e infatti non gli
venne sonno; nonostante ciò verso mezzanotte fece finta
di addormentarsi. La contessa arrivò illuminando il viso
del conte poi uscì. Ippolito cominciò a seguirla
e anche se la contessa era in vantaggio egli stette al passo.
La contessa con una camicia da notte come abito, prese la strada
del cimitero e il conte la seguì dietro una porticina.
Questultimo, qui, vide una scena agghiacciante: fantasmi
di vecchie seminude con i capelli al vento erano riverse su
un cadavere e lo mangiavano e Aurelia era fra loro.
13° sequenza: In preda al terrore puro, alla morte, allinferno
il conte cominciò a correre e si ritrovò, solo,
allalba madido di sudore davanti al castello. Entrò
velocemente e corse nella stanza da letto. La contessa dormiva
tranquillamente ed egli pensando che fosse stato solo un brutto
incubo non la svegliò; si rivestì e uscì
a cavallo. La bella cavalcata, la natura, il canto degli uccelli
dissiparono le immagini notturne e rasserenato tornò
al castello.
14° sequenza: Ma quando la sera, il conte e la contessa
si ritrovarono soli a tavola ed ella si alzò quando vide
servita la carne, il conte balzò in piedi imprecando
verso di lei rivelando ciò che aveva visto la sera prima.
La contessa, urlando e gettandosi verso di lui al sentire queste
parole, gli morse il petto con la furia di una iena. Il conte
la strappò da sé e la scaraventò a terra
e questa sospirò tra dolori e contrazioni e il conte
impazzì.
TORNA ALL'INDICE
DEI RACCONTI